Benvenuti nella Casa del Signore!
A te che entri per la prima volta in questa chiesa, la comunità cristiana di San Giovanni Battista a Finale Ligure dà il suo più cordiale benvenuto. Ti trovi nella Chiesa Madre di tutte le chiese del Finalese, ed è per noi un onore poterti accogliere all’interno di una tra le più belle chiese della Liguria. Làsciati sorprendere dalla solennità di questa Basilica, ossia “casa del Re Signore”, antica per la sua storia, gloriosa per le sue tradizioni, bella per le sue forme architettoniche e le numerose opere d’arte qui contenute… Ma soprattutto làsciati avvolgere dal clima di preghiera e di raccoglimento di cui è intriso questo luogo sacro.
Devi sapere che la costruzione di questo basilica si deve a tutta la popolazione ed ebbe inizio il 7 aprile del 1619. Fu aperto al culto il 1 novembre 1674 ed ebbe termine nel 1780 quando venne ultimata la grande cupola alta 24 metri. Sei, dunque, in un grande tempio lungo oltre 65 metri e in una delle chiese barocche più belle artisticamente, concreta espressione di un periodo di grande floridezza di Finale Ligure. Forse hai già osservato la bellezza della facciata decorata a stucco, elegante e leggera, con un corpo centrale altissimo e fiancheggiato da due leggiadri campanili, arricchita di elementi decorativi. Le statue alla sommità rappresentano il patrono San Giovanni Battista, gli apostoli Pietro e Paolo, le virtù della fede e della speranza.
Ora sei colpito dalla vastità ariosa e dalla leggerezza di questo luogo sacro, frutto principalmente delle due file di colonne binate in bianco marmo di Carrara, che separano la navata centrale dalle due laterali. Lo sguardo converge naturalmente verso l’Altare maggiore in marmo bianco intarsiato di marmi policromi, riccamente ornato di foglie, fiori e due volti d’angelo dall’aspetto solenne e pacato. Qui si trova il tabernacolo con il SS.mo Sacramento, sormontato da sei angeli che paiono reggere il grande Crocefisso sovrastante l’altare e che domina tutto il presbiterio. Dietro l’altare potrai ammirare il coro a doppio ordine di sedili in noce intagliato, con disegni vari e ad alta spalliera.
Guardando in alto, osserva come la volta centrale è tutta affrescata con scene della vita del Battista, opera del pittore Gerolamo Brusco, vissuto tra la metà del XVIII secolo e i primi anni del XIX secolo. Noterai poi ai lati della basilica 12 cappelle con altare e relativa pala e al cui interno sono esposti pregevoli quadri di santi. Tra le cappelle spicca per bellezza e importanza quella dedicata alla Immacolata Concezione, la cui statua del 1681, vestita al gusto spagnolo con abiti sontuosi, è assai venerata dai Finalesi che la onorano del titolo di Patrona principale della città.
Alla sua sinistra trovi la Cappella di San Pietro, in cui è custodito un bel gruppo ligneo del savonese Antonio Brilla, raffigurante Gesù che consegna le chiavi del primato a Pietro, anch’esso venerato in modo particolare dai pescatori, che lo festeggiano ogni anno con grande solennità.
Ti consigliamo, perciò, di sostare dapprima in ginocchio per una preghiera a Gesù Eucaristia. Percorri poi con devozione e rispetto le navate della basilica, aiutato – se vuoi – dal libretto in fondo alla chiesa con tutte le spiegazioni. Fermati ad assaporare la bellezza delle opere d’arte. Lasciati avvolgere dalla luminosità che filtra dalle finestre poste in alto e che danno abbondante luce; immergiti nella suggestione del colore delicato delle numerose decorazioni pittoriche, nonché dalla sobrietà nei diversi fregi in rilievo.
Per ulteriori informazioni rivolgiti pure in sacrestia. All’ingresso puoi trovare immagini sacre, oggetti e libri religiosi.
Ti ringraziamo per essere venuto nella nostra Casa del Signore e ti invitiamo a unirti a noi nel condividere la celebrazione comunitaria dell’Eucaristia, la preghiera della Liturgia delle Ore e le altre forme di devozione che innalzano i nostri cuore alla santità e alla bontà del Dio Vivente in mezzo a noi.
La Comunità cristiana di Finalmarina
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ORIGINI DELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Anno 1567. Nel 1576 il Vescovo di Savona Monsignor GioAmbrogio Fieschi, durante la sua visita pastorale, ordinava al clero e al popolo di Finalmarina di abbandonare l’antica Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista ( la “Pieve del Finale”, i cui resti si possono ammirare sotto la Chiesa dei Cappuccini situata in Via Brunenghi ) per trasferirsi provvisoriamente nell’Oratorio della Confraternita di Sant’Antonio, posto al centro del paese ( dove attualmente ha sede la Banca Popolare di Novara). Bisognava provvedere alla costruzione di una chiesa più grande che potesse accogliere la popolazione sempre in aumento.
Anno 1573. Il 24 ottobre del 1573 il Vescovo di Savona Monsignor GioAmbrogio Fieschi, nuovamente in visita pastorale , osserva che si officia ancora nella Chiesa di Sant’Antonio, anche se è già iniziata la costruzione del nuovo edificio. Dà ordine di proseguire con celerità i lavori in modo da ultimarli in nove mesi.
Anno 1578. La nuova Chiesa è già sede delle celebrazioni liturgiche; ha, oltre all’altar maggiore, quattro cappelle laterali. Il Vescovo di Savona Monsignor Cesare Ferrero la vede ma la ritiene piccola: bisogna ampliarla includendovi il vecchio oratorio di Sant’Antonio.
Anno 1583. Il 1° gennaio 1583 la costruzione è terminata; viene anche dotata di un campanile: è l’attigua torre del conte Malvasia, che è acquistata e trasformata in torre campanaria della nuova Chiesa. Oggi si può ancora ammirare quest’ultimo elemento rimasto del vecchio oratorio di Sant’Antonio, posto in Via Garibaldi, fra la Banca Popolare di Novara e la Cassa di Risparmio di Genova.
Anno 1585. Alla nuova Chiesa viene attribuito il “titolo” parrocchiale e da questo momento è denominata “Chiesa di San Giovanni Battista”, mentre l’antica Chiesa di San Giovanni con annessa canonica è ceduta ai Padri Cappuccini. Nella nuova Chiesa non è più permesso ai Confratelli di Sant’Antonio di cantare l’Ufficio durante le funzioni parrocchiali e “ non devono trattare in Chiesa di cose profane”. Essi decidono di fabbricare un nuovo Oratorio di Sant’Antonio, un po’ più a nord della Chiesa nuova, proprio là dove verrà innalzata l’attuale Basilica.
Anno 1595. La costruzione dell’Oratorio è a buon punto ma sarà demolito durante la realizzazione della nuova Basilica , con il permesso del Vescovo concesso in data 9 maggio 1671.
Anno 1675. Ai Confratelli sarà concesso di ritornare nella vecchia Chiesa di San Giovanni Battista, che assumerà poi il nome di “Chiesa dei Bianchi”.
LA COSTRUZIONE DELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
La Basilica di San Giovanni Battista è una delle più belle chiese barocche della Liguria. Essa viene costruita poco dopo l’edificazione della nuova chiesa di San Giovanni Battista, già insufficiente per accogliere la popolazione sempre in aumento. La prima pietra della Basilica è posta il 7 aprile 1619, per impulso dell’ arciprete don Pietro Malvasia, figlio del capitano Vincenzo Malvasia, padrone di navi e ricco commerciante. Nell’Archivio diocesano si parla di “designo uno della Chiesa nova donato dal signor Capitano Vincentio Malvasia” ma non ci sono indicazioni su chi ha realizzato tale disegno. La tradizione lo attribuisce al Bernini ma, probabilmente , è opera di architetti locali formati alla sua scuola. Quando nel 1665 l’arciprete Malvasia morì, era costruito il coro, il luogo dell’altar maggiore, il transetto con le due cappelle dell’Immacolata e di Sant’Ermete (ora Sant’Anna). I lavori continuarono tra molte polemiche : da una parte si voleva che le cappelle fossero tre per lato e anche il Vescovo sosteneva tale tesi, dall’altra i Finalesi volevano che le cappelle fossero quattro, in base al disegno originale. Prevalse la prima idea e le cappelle furono tre. Il 1° novembre 1674 la Basilica, dopo cinquantacinque anni dall’inizio dei lavori, fu aperta al culto. Nel 1727 con l’arciprete Gio Antonio Ferri venne ripreso il progetto originale con la costruzione delle ultime due cappelle laterali. Fu realizzata la facciata nel 1762, su disegno dell’architetto Niccolò Barella, e la cupola, nel 1780, su disegno del Barella con il contributo del Cantoni e del Tagliafichi. Le strutture architettoniche vennero costruite in ben 160 anni perché vi furono molte interruzioni dei lavori, tuttavia la presenza di un disegno iniziale chiaro impedì che la lentezza nella realizzazione dell’edificio ne alterasse il progetto primitivo. La facciata appartiene invece a un altro periodo artistico. La costruzione della Basilica fu un fatto collettivo: venne iniziata per impulso dell’arciprete Malvasia e ripresa dall’arciprete Ferri, ma realizzata con l’aiuto di tutta la popolazione che diede il proprio contributo sia con il lavoro manuale sia con l’offerta di denaro. La Chiesa con la sua piazza ornata di bei palazzi del ‘600 testimonia un periodo di grande splendore per Finale Marina.
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Dalla Guida “Basilica di S.Giovanni Battista”, che puoi acquistare presso i ricordi religiosi della Basilica:
La cappella dell’ Immacolata è la più bella tra le dodici cappelle della Chiesa. L’altare, solenne ma non sovraccarico, è organico ed unitario nel disegno. Fu decorato nel 1674 dallo scultore Domenico Falcone di Lugano e da Anselmo Quadro, pure svizzero, nel 1680. Ha la base realizzata con un intarsio di marmi policromi e un frontespizio ricco, adorno di numerose teste di angioletti di notevole finezza. E’ tutto in funzione dell’immagine della Madonna Immacolata: una statua del 1668, realizzata dal finalese Sebastiano Bocciardo. Vestita secondo il gusto spagnolo con abiti sontuosi, spira dolcezza materna e suggerisce un fiducioso abbandono: è assai venerata dai Finalesi quale Patrona della Città. E’, dopo l’altare maggiore, il secondo centro della Basilica. Intorno alla nicchia dell’Immacolata, ci sono quattro figure di angeli, due per parte. Ai lati dell’altare sono poste due statue ottocentesche dello scultore genovese Giambattista Villa (1878). Sono Giuditta ed Ester, donne bibliche la cui storia è richiamata dalla liturgia come parallela alla figura della Madre di Cristo. Rilevante dal punto di vista artistico è la decorazione della volta. Il pittore è G.B. Merano, genovese (1632-1698), discepolo di Valerio Castello. Raffigura la gloria di Maria Santissima assunta al cielo, tra una festa di angeli, sotto lo sguardo meravigliato dei dodici apostoli. Fuori del grande quadro centrale, ci sono altre importanti figure: Davide, Isaia, Mosè ed Abramo. La pittura del Merano è elegante, armoniosa ed equilibrata.
La cappella di Sant’Anna. Al lato opposto del transetto, di fronte alla cappella dell’Immacolata, la cappella detta in origine di Sant’Ermete; fu edificata dalla «Compagnia dei padroni di barche» (Finale aveva allora un fiorente commercio marittimo ed una scelta classe di armatori); è la ragione per cui si trova, nella grande pala dell’altare, Sant’Ermete patrono dei naviganti. Il santo Vescovo è raffigurato con accanto un angioletto ed una nave; accanto a lui ci sono altri santi: Santa Chiara d’Assisi, San Francesco di Sales, San Gaetano Thiene; più in alto la Madonna con Bambino, Sant’Anna e San Gioachino). Il quadro è di Domenico Bocciardo, finalese (1686-1746), pittore che si dedicò particolarmente al ritratto e alle pale d’altare per le chiese della Riviera di Ponente. Il quadro è incorniciato in un sontuoso altare, caratteristico per le colonne di marmo nero del Belgio. Ai lati, in alto, due statue in marmo, di San Zaccaria e di Santa Elisabetta, genitori di San Giovanni Battista. Sotto, nelle nicchie, due statue di legno, degne ambedue di attenzione: Sant’Anna, che tiene per mano la Madonna bambina, e Gesù coronato di spine, statua attribuita al Maragliano. La decorazione della volta è del Merano. Sono pregevoli le figure di Santi con Sant’Ermete al centro; ai lati San Gaetano e una figura simbolica della Provvidenza; Santa Chiara e San Nicolò da Bari. Sono però immagini un po’ slegate una dall’altra , senza l’unità armonica della volta dell’Immacolata.